mercoledì 30 gennaio 2008

Ortigia - Il cuore di Siracusa

Ortigia, una sera d’estate, cena all’aperto in piazza Duomo illuminata: è stato questo il mio primo, vero impatto con la città, e ne sono rimasta letteralmente affascinata!
Il cuore di Siracusa è tutto qui, nella sua parte antica: Ortigia.
La piccola isola, adagiata nel mar Jonio, tra il porto piccolo e il porto grande è un condensato di testimonianze delle vicissitudini storiche della città.
Qui si rifugiò la popolazione dopo la sottomissione Araba, e qui si sono alternate le diverse culture che hanno conferito a Ortigia l’aspetto attuale. In essa è rappresentata ogni epoca: dai primi insediamenti preistorici, alle costruzioni greche e bizantine, poi normanne, sveve, aragonesi e, infine, barocche.
È unita alla terraferma dal ponte nuovo che, superata la Darsena, porta all’ingresso dell’isola. Poco oltre, sorgono le rovine del tempio di Apollo, uno dei più antichi templi dorici della Sicilia.
Proseguendo, si arriva in Via Vittorio Veneto, quasi parallela al lungomare di Levante. Nella via si trovano una serie di nobili edifici barocchi, con i caratteristici balconi in ferro battuto, sorretti da mensole…è proprio il caso di camminare con gli occhi all’insù!
Da qui si riprende via della Maestranza, con palazzi dalle forme barocche, e si arriva nella piazza Archimede, con la fontana di Artemide.
Proseguendo si raggiunge Via Landolina, per ritrovarsi nella splendida Piazza Duomo.
Ha una forma allungata, semiellittica, e su uno dei lati si trova il Duomo, nello stesso sito dove sorgeva il tempio di Minerva, con porte d’avorio e d’oro, e le cui colonne sono ora inglobate nell’architettura della cattedrale.
Al suo interno è custodita, tra l’altro, una splendida statua argentea di S. Lucia, patrona della città, festeggiata il 13 Dicembre con grande partecipazione popolare.
Nella zona intorno alla piazza si trovano diversi palazzi nobili, con decorazioni e particolari architettonici molto interessanti.
Proseguendo si arriva alla Fonte Aretusa, tanto cara ai Siracusani, per la leggenda che è alla base della sua origine. Da qui, passeggiando sul lungomare, si può ammirare lo splendido panorama sull’insenatura del porto grande e sull’Etna.
Per avere un’idea di Ortigia, bisogna percorrerne le viuzze, entrare nei cortili dei palazzi, nei negozi, nelle enoteche, nelle chiese, passeggiare sul lungomare, sedersi ai tavoli nelle piazzette….
© Anna - righeblu ideeweekend

[Foto da web]

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giovedì 17 gennaio 2008

Il castello di Mussomeli

Completamente isolato, con la sua massiccia mole squadrata, spicca sulla rupe come un “nido d’aquila” .
È uno dei castelli di Sicilia, in provincia di Caltanissetta, edificato dai Chiaramonte con tutte le caratteristiche proprie delle loro costruzioni: chiuse, per lo più squadrate, isolate e “altezzosamente” distanti dai borghi, vere e proprie fortezze autonome.
All’esterno, la facciata presenta portale e finestre in stile gotico; all’interno, le stanze sono affrescate con soggetti sacri o cavallereschi.
Edificato intorno al 1300 circa, da Manfredi III Chiaramonte, dopo diversi passaggi di proprietà, è divenuto patrimonio pubblico.
Non tutti gli ambienti sono visitabili e un’aria di mistero aleggia nelle numerose stanze.
La leggenda vuole che qui, nel corso dei secoli siano accaduti fatti inspiegabili.
Molti visitatori affermano di aver percepito strani rumori, fruscii e sospiri, tali da far pensare di essere attorniati da strane presenze.
In effetti, in questi ambienti si sono verificati molti avvenimenti tragici: per esempio, nella stanza detta “di li tri donni”, si narra che, per una questione di gelosia, tre donne siano state murate vive proprio nelle pareti della stanza.
Il castello, inoltre, è noto per essere appartenuto anche a Cesare Lanza, padre di Laura, baronessa di Carini, strangolata dallo stesso genitore nel Castello di Carini.
Il padre, per espiare, si sarebbe poi ritirato nel castello sulla rupe.
Ancora oggi, sembra che lo spirito di Laura vaghi, per il Castello di Mussomeli, alla ricerca del padre che l'avrebbe uccisa ingiustamente.
Secondo alcuni testimoni, la sua materializzazione sarebbe quasi perfetta, tanto da sembrare una donna realmente vivente.

[immagine da www.icastelli.it]

© Anna - righeblu ideeweekend

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sabato 5 gennaio 2008

Taormina














Della Sicilia è, forse, una delle mete turistiche più note a livello internazionale. Pittori, storici, letterati, artisti hanno contribuito a crearne l’immagine, esaltando il quotidiano, invisibile fascino di un paesaggio creato “per sedurre gli occhi, la mente e la fantasia”.
Taormina si trova sul Monte Tauro, lungo una terrazza affacciata sullo Ionio, con una magnifica vista sul vicino vulcano Etna e protetta, alle spalle, dalla rocca di Castelmola.
Sul mare si apre con l’incantevole baia dell’Isola Bella, chiusa da un lato da capo Sant’Andrea e dall’altro dal capo Taormina con i suoi faraglioni.
La città si snoda, con i suoi edifici e monumenti storici, lungo il Corso Umberto, da Porta Messina a Porta Catania.













La grande piazza, Largo IX Aprile, è la terrazza-salotto che da un lato si affaccia sul mare e comprende la chiesa gotica di Sant’Agostino, oggi biblioteca pubblica, la chiesa di S. Giuseppe e la Torre dell’orologio. Tra i palazzi risalenti al medioevo, il più imponente è Palazzo Corvaia, sulla via che porta al Teatro Greco-Romano.













Il più noto fra i monumenti antichi di Taormina è, per ampiezza, il secondo Teatro dell’isola, dopo quello di Siracusa. Anche se molte delle sue parti sono andate perdute, ciò che rimane è di spettacolare bellezza. Proprio per quel suo naturale fondale scenico, ogni anno diventa la magnifica cornice delle manifestazioni-evento di Taormina Arte.
Nel corso degli anni, il movimento turistico d’élite e di massa ha modificato i caratteri di Taormina e la sua identità di città trasgressiva e colta.
Rimane tuttavia immutato il fascino dei luoghi e il ruolo di primo piano nell’ambito delle manifestazioni culturali internazionali.
Non da meno è l’effetto seduttivo della quotidianità locale, basata sulla cultura dell’ospitalità. Lungo Corso Umberto e nelle viuzze laterali, tra negozi con prodotti artigianali, raffinati showroom, bar, ristoranti, ci si ritrova immersi in una molteplicità di proposte che rappresentano la peculiarità e la ricchezza di questa terra.
Taormina è una città per tutte le stagioni ma io la preferisco in Primavera, quando i flussi turistici sono ancora contenuti ed è piena di fiori e profumi.

[Foto da google]. Post correlati su Righeblu: "Le gole dell'Alcantara"

© Anna - righeblu ideeweekend

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