lunedì 30 luglio 2007

Un libro per un week end

3. Il fatto

"A malgrado che è luglio, i mille metri della Quisquina fanno la sirata accussì frisca ch’è una billizza. L’aria leggera e pungente che sciàura macari di pino allarga il petto e pulizia i pinseri.Il vescovo e don Graceffa s’assettano supra alle pietre e sinni stanno in silenzio. Don Graceffa si deve ripigliare della sia pur breve caminata nel bosco. Non passa manco un minuto che una fucilata ’mprovisa, sparata da pochi metri di distanza, esplode con un gran botto fatto cchiù forte dalla quiete assoluta che c’è torno torno. Il vescovo sente il proiettile fischiare a pochi centimetri dalla so testa e istintivamente si susi addritta di scatto, strammato, si talia torno torno, non capisce nenti di quello che sta capitando.«Si butti giù!» gli grida don Graceffa.Peruzzo accenna a farlo, ma gli appostati non gliene danno tempo. Sparano di nuovo e…"


Il brano è tratto da: “Le Pecore e il Pastore”
di Andrea Camilleri.

Il libro, edito da Sellerio, è stato pubblicato a Marzo 2007. 115 pagine di un insolito Camilleri, alle prese con un giallo storico basato sull’attentato, avvenuto nel 1945, contro il vescovo di Agrigento, Monsignor Peruzzo. I fatti narrati si svolgono in due conventi: l’eremo della Quisquina e il Monastero di Palma di Montechiaro. Nel primo avviene il ferimento di Monsignor Peruzzo, nel secondo, dieci giovani suore di clausura “offrono la loro vita” al Signore, in cambio della salvezza del loro “pastore” e si lasciano morire. Questa, in sintesi, la vicenda; Camilleri ne ricostruisce gli scenari, con un’indagine attenta, fino a porre una serie di questioni …L’ho trovato molto interessante e, a tratti, sconcertante. Senza dubbio, 115 pagine da leggere con attenzione.
© Anna - righeblu ideeweekend

giovedì 26 luglio 2007

Buon onomastico a...me!

E...a sorpresa, ci sono i graditissimi auguri dal post di Placida Signora
http://www.placidasignora.com/?p=1591

Oggi è il mio onomastico e mi auguro di trascorrerlo nel miglior modo possibile!
Il primo regalo è già arrivato. Grazie!


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© Anna righeblu ideeweekend

lunedì 16 luglio 2007

Il fascino discreto della Toscana – Val di Chiana

Sarteano 6 - 7 - 8 Luglio 2007

6 Luglio 2007 – Partiamo nel pomeriggio e, in meno di due ore, arriviamo al centro di Sarteano. Parcheggiamo e andiamo su a piedi, fino a casa dei nostri amici che ci ospitano. Grande è l'emozione nel rivedere X dopo mesi di assenza dall'Italia: la trovo in perfetta forma.
Accolti festosamente anche dai loro due simpatici cagnoloni, riusciamo a fatica ad arrivare in giardino… uno spazio aperto su un panorama fantastico.
Il Giardino! Per me è “il tetto di Sarteano” e, come il Castello, si trova in uno dei punti più alti del paese e offre una meravigliosa vista sulla Val di Chiana, a 270°!!
Sì, le immagini sono imperfette, ma danno un’idea della bellezza del posto.
Si possono vedere in lontananza i laghi di Montepulciano, di Chiusi e il Trasimeno e... che dire dei fiori che colorano il giardino ?
Tra racconti e preparativi per la cena, assistiamo ad un tramonto spettacolare, con tutte le sfumature cromatiche possibili, cose che in città non è facile vedere!
Il clima di questo posto, inoltre, in estate è perfetto: caldo di giorno, fresco di sera; è piacevole fare tardi in buona compagnia.

7 Luglio 2007 – Dopo colazione, con X andiamo a fare una passeggiata e un po’ di spese (e anche dalla parrucchiera). Percorriamo strade in discesa, intersecate da caratteristici vicoli o scalinate, spesso ripidi, che costeggiano gli edifici in pietra e mattoni rossi del centro storico, d'impronta medioevale come il castello-fortezza che, dalla rocca, domina tutto l’abitato.Il paese, situato tra la Val d’Orcia e la Valdichiana, si trova in una zona ricchissima di testimonianze etrusche, con tombe nelle quali sono stati scoperti, anche di recente, interessanti reperti, in parte conservati nel Museo Civico Archeologico. Le sale di questo museo si trovano nel palazzo Gabrielli, uno degli edifici storici della cittadina, poco distante dalla Piazza principale.
Mentre si va in giro con X, è normale fermarsi a chiacchierare con conoscenti, locali e non, i quali hanno scelto Sarteano come rifugio per vivere, quando possibile, lontano dalla città, in un’altra dimensione a misura d’uomo. Dopo le spese ci fermiamo a prendere un aperitivo, al bar in piazza, insieme a M e N. Torniamo su per il pranzo e poi dedichiamo il pomeriggio al riposo, alla lettura e alle chiacchiere. Più tardi andiamo tutti a fare una passeggiata con i cani, nella zona del castello e poi lungo Via della Rocca.Verso sera scendiamo in piazzetta, dove è stata organizzata la cena della contrada di S. Martino. L’occasione è data dalla preparazione alla “Giostra del Saracino” che si corre il 15 Agosto di ogni anno. Prendiamo pici all’aglione, polenta martina, salsicce con fagioli, dolci e vino. Tutto molto buono e con un servizio curato, nel migliore dei modi, da un “gruppo di contradaioli” garbati, gentili, simpatici e motivati!
La serata trascorre piacevolmente e continua più tardi al Museo. In questo periodo, infatti, tra le varie iniziative che contribuiscono a vivacizzare le serate estive, c'è quella delle “Notti dell’archeologia”. Vengono proposti, per ora solo il sabato, visite guidate diurne su prenotazione, alla tomba della “Quadriga Infernale” e, a seguire, apertura notturna del museo fino alle 24, con ingresso gratuito e concerti. Tra le varie sale, sono particolarmente interessanti quelle in cui si trovano esposti gli ultimi reperti, provenienti proprio dalla tomba detta della “Quadriga Infernale”. In essa è stato rinvenuto un affresco, raffigurante una quadriga trainata da due leoni e due grifoni, guidata da un demone rosso identificato come Charun, corrispettivo del greco Caronte.
Gli oggetti e i pannelli espositivi sono affiancati da una attenta e accurata ricostruzione con utilizzazione di un efficace documentario archeologico. 8 Luglio – Risveglio gradevole con giornata bellissima e panorama splendido. Così la mattinata trascorre piacevolmente e, nel pomeriggio, anche se a malincuore, partiamo diretti a Roma in orario adatto ad evitare il traffico.

© Anna - righeblu ideeweekend

Itinerari in Toscana: S. Casciano dei bagni - Celle sul Rigo - Radicofani - Sarteano - Chianciano - S. Quirico d'Orcia - Montalcino - Pienza - Bagno Vignoni1 - Bagno Vignoni 2 -Siena1 -Siena 2 -Siena 3
- Video: Immagini di Siena
Arezzo: la leggenda della vera Croce - casa Vasari


venerdì 13 luglio 2007

Il fascino discreto della Toscana: la Val d'Orcia

4 - S. Quirico d'Orcia


Entriamo da Porta Cappuccini, monumentale ingresso di questo centro, circondato da una cinta muraria ben conservata e con diverse torrette. Percorriamo Via D. Alighieri con, all’inizio, lo Spedale della Scala che ospitava i pellegrini in cammino lungo la Via Francigena. Arrivati in piazza della Libertà, ci troviamo davanti all’antica chiesa di S. Francesco la cui facciata guarda verso la porta Nuova. Proprio accanto a questa si trovano gli Horti Leonini, con un ingresso che immette in un ampio e affascinante giardino all’italiana, disegnato da aiuole geometriche al centro delle quali spicca la statua di Cosimo III dei Medici. Oltre la statua si trova la zona, detta “a selvatico”, formata da un bosco di lecci. Dagli Horti si può entrare al giardino delle rose. La nostra visita, a causa dell’ora, si limita al superficiale e non riusciamo a visitarlo. Riprendendo Via Alighieri arriviamo in Piazza Chigi, con l’omonimo palazzo e la Collegiata dei Santi Quirico e Giuditta, il santo bambino e la madre, morti durante le persecuzioni cristiane di Diocleziano. La facciata presenta tre portali: uno, su un lato, con particolari colonne laterali annodate e appoggiate su due leonesse e con un fregio, nella parte superore, raffigurante due coccodrilli alati. Degli altri due portali, uno presenta particolari statue di materiale rosso, appoggiate su due leoni. Continuiamo la nostra visita nella piccola cittadina e cerchiamo un ristorante, prima che sia troppo tardi. Ne troviamo uno, con giardino e tavoli all’ombra di un glicine secolare. Ordiniamo i “Pici all’aglione”, buonissimi!!!... e, per secondo, grigliata di carni rosse per Giu e un’insalata mista per me. Con calma riprendiamo la macchina “rovente” e… ci passa la voglia di andare altrove: torniamo a riposarci a Bagno Vignoni. In serata passeggiata fino al bar, vicino al vecchio mulino, per un cockail, e poi cena in albergo. Domani, dopo colazione ce ne staremo un po’ tranquilli qui, nel borgo, per poi affrontare il traffico del rientro. Abbiamo in mente di tornare percorrendo la Cassia che, in questa parte della Val d’Orcia, segue in gran parte lo stesso percorso dell’antica Via Francigena.

© Anna - righeblu - ideeweekend


giovedì 12 luglio 2007

Il fascino discreto della Toscana: la Val d'Orcia

3 - Montalcino
Pochi chilometri con il climatizzatore al massimo e, in breve tempo, arriviamo a Montalcino. Mentre procediamo in salita, il paesaggio cambia e la campagna muta colore: qui domina il verde delle viti, disposte ordinatamente a formare i filari dei grandi vigneti.
Parcheggiamo e, per raggiungere il centro storico, costeggiamo la Fortezza pentagonale con le imponenti torri, dalle quali si può ammirare tutta la val d’Orcia con il fantastico paesaggio.
La città deve il suo nome a quello del colle su cui sorge: “Mons Ilcinus”, monte dei lecci.
Di origine etrusco – romana, fu interessata da vicende storiche piuttosto travagliate: in origine apparteneva al territorio su cui gli abati dell’Abbazia di S. Antimo esercitavano il potere politico, amministrativo e spirituale.
In seguito ebbe un notevole sviluppo demografico ed economico e Siena ne fece la roccaforte della Repubblica, costruendovi una cinta muraria.
Più tardi riacquistò la propria indipendenza per breve tempo: i senesi, infatti, prima l’assediarono e poi la riconquistarono, in seguito alla battaglia di Montaperti contro la lega Guelfa.
Solo nel 1700, dopo alterne vicende, divenne comune del Granducato di Toscana.
Da allora il centro storico è rimasto praticamente immutato.
Il cuore della città è in Piazza del Popolo, con il Palazzo Comunale e la Loggia.
Dopo una piacevole sosta per rinfrescarci con un tè freddo, riprendiamo la nostra passeggiata. Continuando su Via Mazzini, a destra e sinistra, si trovano diversi vicoli e scalinate più o meno stretti, spesso sormontati da archi molto caratteristici.
Sulla via ci sono molte botteghe di artigiani, negozi di prodotti tipici e antiquari.
Ci fermiamo in un’enoteca per acquistare qualche bottiglia del famoso vino Brunello, rosso, a DOCG (denominazione di origine controllata e garantita)!
…E non c’è da dubitarne, visti i costi!
Del resto, è noto che sia uno dei vini considerati tra i migliori, in Italia e all’estero, e che la sua produzione, a partire da uve del vitigno Sangiovese locale, segua regole ben precise.
Più in là la chiesa di S. Agostino: a quest’ora è chiusa!
Prima di muoverci per visitare S. Antimo chiediamo informazioni e ci dicono che a mezzogiorno è possibile vedere l’Abbazia solo dall’esterno; rinunciamo poco convinti ma, pazienza, sarà per la prossima volta.
Ci muoviamo per andare a S. Quirico d’Orcia.

© Anna - righeblu - ideeweekend

Video: borghi della Toscana e del Lazio

venerdì 6 luglio 2007

Il fascino discreto della Toscana: la Val d'Orcia

2 - Pienza
L’aroma del caffè e il profumo dei cornetti appena sfornati ci invitano a scendere per la colazione… e dopo dolci e cappuccini, decidiamo di andare a Pienza.

Questa piccola città deve il suo nome a Papa Pio II, Enea Silvio Piccolomini, che volle trasformare il piccolo borgo medioevale di Corsignano, nel quale era nato, in una città rinascimentale, adatta al ruolo di residenza papale.
La città, detta “città ideale” perché concepita secondo un “modello di vita e governo pacifico e operoso”, fu progettata dal Rossellino e si sviluppa tutta intorno a Piazza Pio II.
Entrando da Via Dogali, ci troviamo subito su Corso Rossellino che si snoda dalla Porta al Prato alla Porta al Ciglio e, percorrendo una delle piccole traverse laterali, arriviamo in Via del Casello da cui possiamo ammirare tutto lo spettacolo che il panorama della valle offre: il verde profilo delle colline, segnato dalle file di eleganti cipressi, si fonde con i colori grigi dell’argilla e il giallo intenso dei resti della falciatura.
Difficile staccare lo sguardo…
Da questa via partono 4 traverse con nomi molto romantici: Via della Fortuna, dell’Amore, del Bacio, del Buia, e tutte conducono al Corso. Procedendo, arriviamo nella piazza, il centro di questa piccola città, nella quale l’architetto ha voluto concentrare gli edifici cardine della vita civile pacifica: la cattedrale e tutti i Palazzi storici. Dopo una breve visita all’interno della Cattedrale e nel cortile di Palazzo Piccolomini, percorriamo il Corso e le viuzze laterali e restiamo incantati: nelle strade, nei vicoli, nei Palazzi, in ogni angolo si ritrova il fascino del passato. Per la sua bellezza, questa cittadina fa parte, insieme alla Val d’Orcia, del Patrimonio naturale, artistico e culturale dell’Unesco.
E, per finire, qualcosa di meno idilliaco ma altrettanto piacevole: prima di andare via, un acquisto inevitabile, una “serie” di formaggi. Non si può rinunciare a questo “souvenir”, c’è solo l’imbarazzo della scelta, considerando che, per tentare due golosi come noi, basta il profumo e una piccola degustazione…

© Anna - righeblu - ideeweekend

Itinerari di Toscana:

lunedì 2 luglio 2007

Il fascino discreto della Toscana: la Val d’Orcia

1 - Bagno Vignoni
Da tempo avevo voglia di ri-tuffarmi nei colori e nel paesaggio delle terre di Siena e ritrovarmi, di nuovo, immersa nelle atmosfere del passato che qui si respirano ad ogni angolo.
Finalmente, per la fine di Giugno, sono riuscita a concedermi un weekend in Val d’Orcia, all’insegna del relax.
Ho scelto Bagno Vignoni per due motivi: 1. Voglia di conoscere questo borgo che non avevo mai visitato. 2. Voglia di rilassarmi in un posto tranquillo da cui partire per altri itinerari.
Ho prenotato all’albergo "Le Terme", scovato in Internet, perchè si trova proprio sulla piazza occupata dalla famosa piscina naturale e il costo è mediamente buono. Siamo partiti, venerdì 29 Giugno, verso le 10 di mattina e, poiché tutti i romani partivano, mal ce ne incolse! Traffico bestiale, autostrada bloccata, di tutto e di più. Dopo un viaggio da Odissea siamo arrivati alle 15.30. Dico questo perché, in un’altra giornata, avremmo impiegato circa 2 ore e mezza e avremmo avuto più tempo per fare altri giri in zona, ma è andata così. Poiché speravo in una camera con vista “piazza”, all’arrivo ci hanno proposto, in alternativa, una stanza-monolocale nella casa attigua all’albergo, arredata in stile toscano, con ben due finestre sulla “piscina”. Abbiamo scelto questa, bella, spaziosa, con soffitto a travi di legno e vista magnifica. Sistemazione e giro in giro.
[agg.: Il giardino di Gabrielle]
Il borgo di Bagno Vignoni appartiene al comune di S. Quirico d’Orcia e ha origini romane; è caratterizzato dalla presenza di questa particolare piscina naturale, d’acque termali calde, che occupa tutta la piazza centrale: Piazza delle Sorgenti. In un angolo c'è un piccolo, incantevole giardino, l'hortus ninfarum [il nome attuale è : il giardino di Gabrielle], con piante profumatissime! Al'interno del borgo si trovano alberghi, locande, osterie, alcuni punti vendita, una chiesetta e qualche bar. Ad un’estremità del borgo, su una rupe, ci sono i resti del vecchio mulino con le antiche cisterne e i gorelli nei quali scorre l’acqua proveniente dalla sorgente termale. Quasi tutti si siedono sul bordo dei gorelli e rimangono con i piedi in acqua per lungo tempo, e intanto leggono o chiacchierano amabilmente con "i vicini". Si crea quello che io ho definito, scherzosamente, un vero e proprio “salotto del pediluvio”… molto interessante!
Per chi vuole bagnarsi nelle acque, alla base della rupe c’è una piscina naturale ad uso libero, raggiungibile attraverso una strada sterrata. Nel borgo, invece, c’è un’altra piscina con ingresso a pagamento mentre è vietato bagnarsi nella famosa “piazza”.
Ci fermiamo al bar (mi sfugge il nome) vicino al mulino e prendiamo un cocktail analcolico alla frutta: ai frutti di bosco per Giu e alla mela verde e kiwi per me, molto buoni. (Nella foto ho inserito anche quelli presi il giorno successivo: alla fragola e al melone con frutto della passione). Poi proseguiamo con l’aperitivo e torniamo in albergo per la cena.
© Anna - righeblu - ideeweekend

Itinerari di Toscana:
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